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mercoledì 3 ottobre 2018

Progetto Acustico Summer Arena 2017 e 2018: quando le cose funzionano e poi no



Vista della Summer Arena 2017
(da notare la copertura col telo dritto)
Nell'estate del 2017 mi è stato chiesto di progettare e realizzare l'impianto audio che poi sarebbe stato utilizzato per questa serie di eventi estivi che si tengono ormai da qualche anno nella cittadina calabrese di Soverato in provincia di Catanzaro. La location viene realizzata dentro un campo di calcio a 8 composto da erba sintetica. All'interno del campo vengono costruite 3 tribune e viene anche realizzato il palco coperto tutto in Layer. Mi era stato chiesto di utilizzare un impianto RCF composto da 24 moduli di HDL50, 12 SUB 9007, 4 Front Fill di casse passive da 12".


Per prima cosa mi sono fatto mandare il progetto della struttura e della location, successivamente sono andato a fare un sopralluogo per prendere qualche misura, poi ho costruito la mia Arena sul software di previsione Focus3 ed appena ho finito ho inserito i miei diffusori HDL50, cercando di puntarli al meglio come sempre. Mi sono accorto che la copertura era molto buona e che i 24 sistemi che avevo a disposizione potevano bastarmi per coprire l'intera area. Fatto questo ho pensato a quale potesse essere la configurazione migliore per i Sub, considerando che nell'Arena sarebbero venuti diversi artisti e che le esigenze potevano essere molto diverse.

Uno dei cluster visto da sotto
Le due file di SUB
                  
Per questo ho scelto di fare due line centrali di Sub in modo da poter passare facilmente da una configurazione a Gradiente ad una configurazione End Fire, in questo modo avremmo potuto avere il palco più o meno "asciutto" di basse frequenze in base alle esigenze dell'artista. Nel software la diffusione delle basse frequenze sembrava abbastanza buona ma non ero soddisfatto, così ho pensato di creare un'Arco Elettronico per allargare la diffusione anche alle tribune, in questo modo la previsione che mi proponeva il software mi piaceva molto.
Quando sono andato ad installare l'impianto ho mantenuto la configurazione che avevo progettato e dopo aver allineato l'impianto, ho iniziato a rendermi conto che il progetto funzionava davvero bene, ho fatto diverse prove cambiando leggermente l'inclinazione dei Cluster per coprire meglio gli ultimi posti della tribuna frontale ed ho iniziato a verificare quale doveva essere il giusto angolo di copertura dell'Arco Elettronico.
Fatto questo ho verificato sullo stage quante frequenze basse ci fossero con le due diverse configurazioni dei Sub, con la configurazione a Gradiente la cancellazione era davvero notevole tanto che i sub sembravano spenti...!




Power Rack RCF di tutto il P.A.
Control Rack RCF, con Matrice DX 16-16
RD Net Controller sulla parte frontale
Il software di controllo RD Net
La postazione controllo posta sotto il palco
Devo dire che l'impianto è piaciuto a tutti e di questo sono molto felice, quasi in tutti gli eventi abbiamo usato la configurazione dei Sub in End Fire perché quasi tutti gli artisti volevano sentire i "Bassi sul palco" così ha detto Max Gazzè mentre provava col suo basso e non vi dico come è stato felice non appena abbiamo cambiato la configurazione da Gradiente ad End Fire. Se non ricordo male usammo il Gradiente con Fiorella Mannoia e Mario Biondi, la configurazione End Fire con Max Gazzè, Benji e Fede, Mannarino e Francesco Renga. Tutta la gestione dei diffusori escluso i Front Fill è fatta con il software RdNet, cioè un sistema di gestione in rete dei diffusioni della RCF.
Questo sistema è molto flessibile e ti permette di fare davvero tutto quello che vuoi in modo da essere molto preciso soprattutto per quanto riguarda la gestione e la configurazione dei Sub.


Summer Arena 2018
Nella successiva estate, cioè il 2018 abbiamo reinstallato lo stesso impianto nella stella location ed ho mantenuto lo stesso progetto visto che aveva funzionato molto bene.
Fino a qui tutto perfetto, facciamo la prima data e ci rendiamo conto subito che avevamo molti alti sul palco, ma avendo sul palco 3 condensatori con il Trio Nek-Renga-Pezzali, ho pensato che potesse essere normale un disturbo del genere. Nella seconda data con Morandi invece in Arena c'erano due tecnici molto esperti: Alberto Butturini in sala e Stevan Martinovic sul palco. Proprio Martinovic ci ha subito detto che sul palco c'erano molte frequenze alte, ma che comunque avrebbe potuto lavorare combattendo un pò. Con Butturini abbiamo parlato un pò di quelle che potevano essere le cause di questo problema, ma nessuna soluzione ci è venuta in mente. Ero davvero stranito per questo problema e mi sono seduto in sala a fine prove guardando quei cluster pieno di interrogativi, fino a quando non mi è sorto un dubbio: ma la copertura del palco è uguale a quella dell'anno scorso?
Da notare la spiovenza del telo
che ha creato il problema
Ho preso subito delle foto della copertura 2017 e subito ho visto che il telo era dritto senza spiovenza frontale come quella che stavo guardando con i miei occhi nella versione 2018. Subito salgo sul palco a parlare con Martinovic e capiamo che è quello il problema.
Ho detto a Butturini che avrei potuto ovviare parzialmente al problema abbassando i cluster di un metro e mezzo, ma poi abbiamo preferito lasciare tutto com'era visto che le prove erano andate bene. Capito qual'era il problema, ho dovuto rifare il progetto variando l'altezza dei cluster da 10,5 metri a 9 metri, cambiando ovviamente i gradi e l'inclinazione.
Messo in atto il nuovo progetto, nelle altre date con Sfera Ebbasta, Francesco De Gregori e Fabrizio Moro non abbiamo avuto più quel problema.

Questa esperienza è stata davvero importante e mi ha insegnato che nel nostro lavoro non dobbiamo mai dare nulla per scontato, le cose vanno verificate bene e bisogna calcolare sempre gli imprevisti che possiamo incontrare sul nostro cammino e sul cammino del Suono come in questo caso...!

Sperando di esservi d'aiuto, vi invito a leggere gli altri articoli del blog e vi esorto a commentare, creare interesse, perché è l'interesse verso queste cose misteriose che ci fa amare il nostro lavoro!

Buon suono a tutti...!

giovedì 12 aprile 2018

La musica sveglia il tempo, un libro di Daniel Barenboim

Daniel Barenboim è uno dei più grandi pianisti e direttori d'orchestra dei nostri giorni, in questo libro analizza il fenomeno fisico di cui è fatta la Musica, cioè il Suono, dal suo
punto di vista, cioè dal punto di vista di un direttore d'orchestra, maestro, compositore e musicista, questo fatto è molto interessante. Bellissima è infatti a spiegazione del Suono attraverso il concetto di Silenzio. Quest'ultimo infatti viene considerato parte integrante di una composizione ed in effetti lo è, soprattutto all'inizio, pensiamo bene, in effetti senza il silenzio non può esistere nessuna nota.
Viene trattato il concetto di morte di un Suono, ogni suono infatti ha una nascita ed una fine, così com'è la vita di ogni essere vivente, nello stesso tempo questa cederà il posto alla nota successiva come se fosse una grande metafora della vita.
La relazione tra Suoni è chiamata Legato ed è proprio questa relazione che per lui ci ha insegnato la relazione tra individuo e gruppo.
Interessantissimo e il rapporto con il tempo, tendiamo a pensare che siccome alcuni compositori ci danno le indicazioni metronomiche non si debba fare altro che cercare di costringere tutta la notte e la loro espressione a una certa velocità, dimenticando che in natura non udiamo veramente il tempo, ma sentiamo solo il procedere della stessa musica a una data velocità, se il tempo è troppo veloce, il contenuto risulta incomprensibile sia per l'impossibilità dell'esecutore di suonare tutte le note in maniera chiara sia per l'impossibilità dell'ascoltatore di afferrarle, allo stesso modo se il tempo è troppo lento, il contenuto musicale risulta ugualmente incomprensibile, perché né l'esecutore né l'ascoltatore sono in grado di percepire la relazione fra tutte le note.
Poi cita Aristotele che dice: gli occhi sono gli organi della tentazione mentre le orecchie quelli dell'istruzione, l'orecchio non riceve solo il suono ma inviando il suono al cervello innesca un processo creativo attivo. Non si possono chiudere le orecchie, in più noi percepiamo il suono anche attraverso il corpo che trasmette le vibrazioni all'orecchio.
Non possiamo avere memoria di un suono alla prima nota, ma già dalla seconda
prendiamo coscienza del suo rapporto con la prima perché l'orecchio la ricorda.
Molto bello è il paragone tra lettura e ascolto di una musica: nella lettura possiamo tornare indietro e rileggere, durante un concerto non possiamo tornare indietro e nello stesso tempo poniamo attenzione alle leggi del suono, del tempo e dello spazio. Durante un concerto l'ascoltatore deve modulare la propria concentrazione, se non addirittura la propria coscienza. Ascoltare musica è diverso da leggere un libro, quando leggiamo, creiamo le nostre associazioni personali, dobbiamo tener conto solo di noi stessi e del libro. Per leggere un libro però non basta ascoltare le parole, bisogna vederle e convertire le parole stampate nell'elaborazione mentale per comprendere il racconto. Analogamente, la musica non basta sentirla, bisogna ascoltarla per comprendere la notazione musicale. L'ascolto, di conseguenza, è il sentire accompagnato dal pensiero,
proprio come il sentimento è emozione accompagnata dal pensiero. Intelletto ed emozioni sono strettamente legati tanto per il compositore quando per l'interprete.
L'improvvisazione cioè imboccare una direzione inaspettata permettendo alle dita, al cuore, al cervello, alla pancia di cooperare in maniera non premeditata è uno stato di
grande beatitudine nella vita di un essere umano oltre che il fondamento del fare Musica.
L'autore ci spiega a questo punto il concetto di Orchestra: in tutta la musica c'è una gerarchia permanente dell'ascolto e consiste nella differenza fra voci principali, secondarie e d'accompagnamento il rapporto tra le voci principali e secondarie definito in maniera chiara il rapporto fra queste due e l'accompagnamento è meno ovvio, esso può sostenere o completare le voci principali e secondarie ma può anche agire in maniera sovversiva, ma non può mai mettere in discussione l'importanza delle voci principali. Nell'Orchestra non basta suonare bene la propria parte, ma si deve ascoltare gli strumenti vicini, l'arte di eseguire la musica è l'arte di suonare e ascoltare simultaneamente, l’una identifica l'altra. La musica esige un trattamento ed un atteggiamento sempre appassionato indipendentemente dal livello di competenza che si è raggiunto.
Nel libro Daniel Barenboim ci racconta l'avventura dell'Orchestra West Eastern Divan, dove Musica e religione condividono un'ansia comune per il rapporto fra gli esseri umani e fra l'uomo e l'universo. La musica e la struttura comune dell'orchestra essa esige un equilibrio perfetto tra intelletto emozione e carattere. L'episodio più incredibile è quando si decise attraverso una votazione dei componenti dell'orchestra di suonare o no Wagner (che era un antisemita), e furono in pochi ad essere contrari. Quindi si decise di suonare Wagner e l'estate successiva venne una cantante tedesca Waltraud Meier al quale venne chiesto di riscaldare la voce con un brano a sorpresa. Quando sentì l'apertura di Tristan und Isolde di Wagner appunto, la cantante restò visibilmente commossa e nonostante la sala fosse piena di ospiti e giornalisti, ella si girò verso gli orchestrali ed iniziò a cantare non curandosi di aver dato le spalle al pubblico. La cosa fu molto commovente e non vi nascondo che anch'io mi sono commosso nel leggere questa parte
del libro. Un'altro episodio incredibile è il concerto in Palestina, ma non ve lo voglio raccontare così quando leggerete questo libro avrete qualche sorpresa.
Ma andiamo avanti, secondo il direttore è essenziale comprendere la differenza tra potenza e forza che è collegata alla distinzione in musica tra Volume ed Intensità, quando si dice a un musicista di suonare con grande Intensità la sua prima reazione è quella di suonare più forte. In realtà, occorre fare il contrario, minore è il Volume, maggiore è il bisogno di Intensità, al contrario maggiore e il Volume minore il bisogno di Intensità. Infatti, gli strumenti più potenti dell'orchestra, come ad esempio trombe e tromboni, devono essere capaci di suonare dentro l'orchestra e non fuori, se si consente loro di soverchiare gli strumenti più deboli, il contenuto della musica non sarà compreso come si deve, e il suono non sarà veramente potente ma solo forzato. Per questa ragione, suonare in un'orchestra richiede la consapevolezza costante di tutte le altre voci, bisogna esprimere la propria voce mentre in contemporanea si ascoltano tutte le altre.
Nelle considerazioni finali di pagina 124 e 125, escono fuori tutte le sofferenze e nello
stesso tempo le convinzioni musicali di Daniel Barenboim, che chiude con questa bellissima frase: "la Musica ci insegna, insomma, che tutto è collegato".
Buona lettura e buona musica a tutti... 

giovedì 4 gennaio 2018

Skunk Anansie: dalla progettazione alla realizzazione di un impianto audio

Verso i primi di Dicembre mi arriva una telefonata nella quale mi si chiedeva di dare disponibilità per un lavoro, più precisamente il lavoro era il concerto di capodanno a Piazza dei Bruzi a Cosenza dove si sarebbero esibiti gli Skunk Anansie.
Io ho accettato con grande piacere perché è un gruppo che mi piace molto, così mi sono messo subito a lavoro. Per prima cosa mi hanno dato la lista dei diffusori che avevo a disposizione e subito ho iniziato a lavorare alla progettazione con il software di previsione acustica Focus 3.
Ho fatto le misurazioni della location aiutandomi con Google Maps, dove c'è una funzione magnifica chiamata "Misura Distanza" che è incredibilmente precisa, con cui ho realizzato le aree da coprire.

La previsione di Focus 3 sui 5 Kz


Poi ho iniziato a collocare 24 RCF HDL50 come Main, 14 RCF HDL20 come Side Fill ed i 6 RCF HDL20 come Front Fill. Il software mi dava una buona copertura dopo diversi tentativi di puntamenti e di aggiustamenti vari. Sapevo anche di avere a disposizione 2 torri Delay a circa 80 metri dove avrei potuto montare 8 sistemi Bose Show Match per ogni torre.


La previsione di Focus 3 sui 40 HZ


Ho poi pensato di fare una configurazione End Fire con i 12 Sub RCF 9007, poi avrei deciso su piazza cosa fare con i 6 Sub RCF 8006. La scelta di fare un End Fire centrale era secondo me quella giusta, perché la location era in realtà un grande corso lungo centinaia di metri. A destra del palco c'è una strada, mentre alla sinistra c'è una piazza più larga. La simulazione sembrava darmi ragione.




Main Left fatto da 12 HDL50 e Out Fill Left fatto da 7 HDL20
Arrivati in piazza per il montaggio ho dovuto ovviamente rivedere il mio progetto e le mie idee perché le altezze erano un pò diverse ed in più le torri delay erano state montate e 120 metri per ragioni logistiche e di sicurezza. Ho dovuto così alzare il puntamento del Main ed ho rivisto la collocazione dei due Out Fill laterali.

Gli 8 sistemi Bose Show Match su una delle torri Delay

Uno degli HDL20 posizionato come Front Fill
Poi ho deciso di usare i 6 Sub RCF 8006 per fare 2 End Fire da 3 Sub ciascuno per coprire i laterali che erano un pò scoperti visto che avevo deciso di fare un End Fire con 2 gruppi da 6 Sub RCF 9007 tutti attaccati tra loro, in modo da avere una lunga gittata sul lungo corso antistante al palco. La soluzione ha funzionato molto bene ed è stata la scelta più azzeccata che potessi fare.
Le 2 linee di Sub 9007 in configurazione End Fire (Il sub sopra la striscia posteriore era solo un gradino per Skin)


I 3 Sub 8006 in configurazione End Fire
Per la gestione del sistema avevo una matrice RCF Dx16/16 ed il sistema di controllo RD Net per i 24 Sistemi Hdl 50 e per i 12 Sub 9007. L'End Fire centrale l'ho realizzato con il software ma ho comunque misurato e perfezionato i ritardi con il mio sistema di misurazione. I 2 End Fire laterali li ho realizzati ritardando i vari Sub con il controllo posto sul retro del Sub, ovviamente misurando in tempo reale il giusto ritardo.
Settaggio dell'End Fire centrale sul software RD Net

Tutto il sistema in rete nel software RD Net

Appena finito l'allineamento devo dire che ero molto soddisfatto e così sono stati i tecnici inglesi che hanno voluto 6 matrici composte da Left, Right, Sub, Front Fill, Out Fill, Delay L, Delay R solo per fare Tuning.

In questo articolo ho cercato di raccontare in modo sintetico tutte le fasi che portano alla realizzazione di un impianto audio per un evento live, ovviamente ringrazio tutta la squadra di tecnici che ha seguito tutte le mie indicazioni, perché il nostro è un lavoro di squadra e tutti sono davvero importanti per la buona riuscita del lavoro. Sperando di creare come sempre interesse per questi argomenti e sperando di ricevere domande e commenti per poter migliorare sempre le mie conoscenze, grazie a tutti i lettori e buona musica!

giovedì 14 dicembre 2017

Libri: "Storia di una playlist, playlist di una storia"

L'idea di creare delle storie di fantasia sugli artisti che fanno parte di questo libro, è davvero una trovata grandiosa e geniale da parte dell'autore Raffaele Costantino, che grazie a questa intuizione riesce a farci appassionare ad una storia che a prima vista sembra prettamente analitica. Sto parlando della Playlist, che a molti può sembrare un mero elenco di canzoni, ma per chi la compone è una storia, una via delle emozioni, una vera e propria creazione.
In questi racconti traspare una grande conoscenza musicale e non solo, infatti un tecnico del suono come me, trova in questi scritti avvincenti molte nozioni tecniche viste dalla prospettiva di un esperto compositore e musicista come Raffaele.
Una delle parti più belle secondo il mio parere, si trova nel Nono episodio ed in particolare nelle pagine 132 e 133, dove viene argomentato il concetto di Creatività che viene trattato in modo introspettivo e filosofico, tanto che leggendo questo paragrafo ho avuto l'impressione di ascoltare un vecchio studioso di estetica e filosofia, rimanendo estasiato dal modo in cui l'argomento è stato trattato.
Detto questo, vi consiglio vivamente di leggere questo libro perché è davvero avvincente e fantasioso e nello stesso tempo può essere preso come una guida all'ascolto, visto che l'autore, grande produttore, musicista, dj, conduttore radiofonico ecc., ci indica una serie di ascolti da fare con cui possiamo ampliare le nostre conoscenze musicali e sonore, aspettando con trepidazione ed interesse la seconda stagione di racconti della prossima Playlist.

mercoledì 26 aprile 2017

L'Orchestra: lo "Strumento" più complesso che possa esistere

In questo post voglio discutere dello "Strumento" più complesso della Musica, non a caso ho usato il termine "Strumento", infatti l'Orchestra secondo la mia esperienza e secondo i miei studi nel campo musicale, va intesa come un'unica entità sonora. Tutti i Direttori d'Orchestra con cui ho lavorato mi hanno sempre dato indicazioni che coincidono con questa definizione. Infatti c'è chi mi ha chiesto di avere un suono omogeneo e naturale, chi mi ha chiesto di voler avere la percezione di poter essere al posto del direttore, chi mi ha chiesto espressamente di usare pochi microfoni per avere un suono diciamo più ambientale...
Per poter raggiungere questi risultati bisogna conoscere abbastanza bene la composizione di un'Orchestra e il funzionamento degli Strumenti che la compongono. Ovviamente possiamo trattare l'Orchestra in modi diversi in base allo spettacolo che stiamo andando a fare. Se dobbiamo amplificarla in un contesto di Musica Classica in cui non ci sono strumenti Elettronici o Band, avremo un palco molto pulito e quindi possiamo più facilmente raggiungere un buon sound anche con pochi microfoni ben piazzati. Se invece dobbiamo amplificare un'Orchestra che accompagnerà una Band avremo diverse problematiche, su tutti avremo sicuramente dei rientri che provengono da Amplificatori, Batteria e Monitor, per questo motivo bisognerà riprendere l'Orchestra con più microfoni in modo da avere un suono più diretto.
I microfoni da usare sono Microfoni a Condensatore che hanno risposte in frequenza molto lineari, per fare qualche nome: Schoeps CMC 6 con capsula MK4 Cardioide e Neumann KM 184 sempre con capsula Cardioide. Bisogna sapere che alcuni strumenti che compongono l'Orchestra hanno bisogno di accortezze maggiori per quanto riguarda la posizione del microfono, quindi dobbiamo sapere bene le posizioni e non bastano solo le competenze che abbiamo acquisito con altri strumenti, ma dobbiamo leggere e studiare i manuali tecnici.
Buona cosa è richiedere una Pianta Orchestrale qualche giorno prima in modo da poter pianificare il cablaggio e la sistemazione dei microfoni. In questo modo il lavoro sarà più tranquillo sia per i maestri che compongono l'Orchestra che non dovranno aspettare il piazzamento delle aste e dei microfoni, sia per noi che dobbiamo amplificare e trovare un buon sound e quindi abbiamo bisogno di quanto più tempo possiamo avere a disposizione.
Molto importante per il raggiungimento di un ottimo risultato è la Location dove ci troviamo e il Sistema di Amplificazione che abbiamo a disposizione. Ci sono Location che suonano molto bene e sono costruite per fare questo tipo di musica ovviamente parliamo di Teatri e Sale da Concerto, in questo caso spesso troviamo impianti residenti ben tarati per quello che dobbiamo fare noi e quindi non avremo particolari problemi; se invece ci troviamo all'aperto oppure ci troviamo in una Location che non è stata progettata per fare musica ad esempio un Palazzetto dello Sport, avremo diverse problematiche acustiche e sarà il P.A. Manager che dovrà consegnarci un impianto ben tarato e lineare in modo da avere meno problemi possibili.
Un argomento che voglio trattare è la Stereofonia. Da un pò di anni ormai tendo a non aprire molto l'immagine stereo perché credo che sono poche le situazioni in cui tutto il pubblico o quasi può apprezzare davvero la Stereofonia. Io penso, e devo dire che molti colleghi la pensano come me, che l'Orchestra, intesa come uno strumento unico, debba avere un Immagine Monofonica o quasi per meglio apprezzare da qualsiasi posizione d'ascolto questo magnifico insieme, che invece risulta molto squilibrato se utilizziamo un immagine Stereo molto aperta.
Ogni volta che mi capita di lavorare con un'Orchestra è sempre una bella sfida e devo dire che avere il piacere di poter amplificare questi magnifici strumenti è davvero appassionante!
Il nostro lavoro è bello per questo, spero che qualche collega commenti in modo da poter aprire sempre un confronto costruttivo su questi argomenti.... Grazie e buona lettura!

lunedì 27 marzo 2017

centogradincantina Recording Studio, una piccola e vecchia cantina open source...



Nasce da un’idea di Valerio Lupia industrial designer, appassionato di acustica e tecnologie audio. Il progetto parte nel 2004.

Dal 2008 è il primo studio di registrazione calabrese della sua categoria, basato su sistemi e Software Open Source, in particolare Ubuntu Ardour e Jack linked.
Lo studio è un ambiente realizzato interamente con materiali naturali ed ecocompatibili.

Perché in cantina??
Riutilizzare uno spazio protetto, isolato dal resto della casa, uno spazio che è già stato a suo tempo luogo di produzione, laboratorio produttivo…. cambia il prodotto ma non cambia il contesto d’uso. Dal vino al suono, due prodotti che hanno bisogno di ambienti isolati, asciutti, per creare il proprio gusto e la propria qualità. Sopratutto due prodotti la cui maturazione dipende principalmente dal tempo.
Lo studio diventa così una botte sicura dove il suono rispetta i tempi fisiologici di maturazione, al riparo da qualsiasi influenza o pressione esterna. Il tempo è di vitale importanza oltre che per il prodotto, per il produttore: l’artista che ha bisogno del suo tempo per esprimersi al meglio, senza pressioni. Il progetto Open Source garantisce proprio questo: costo minore e più tempo a disposizione; allo stesso modo creative commons è sinonimo di burocrazia zero, meno preoccupazioni per l’artista e comunque uguale garanzia del diritto d’autore.

Perché centogradi?
La cantina non è solo conservazione; centogradi vuole esprimere un processo di distillazione attraverso la scelta delle parti migliori di un prodotto, ed il processo che si intende è quello di sintesi, una sintesi delle idee creative dell’artista e del personale tecnico. L’artista perciò non porta la sua uva semplicemente a macerare ma a distillare affinché ne ricavi il miglior prodotto possibile. Solo così centogradincantina materializza il prodotto finale.
Il concetto di sostenibilità insito nel significativo utilizzo di sistemi Open Source si riflette anche nei materiali ecosostenibili utilizzati per la realizzazione dello studio. Questi oltre a garantire la sostenibilità, date le loro caratteristiche e i colori propri, contribuiscono decisamente a mantenere vivo, anche a livello estetico, il concetto di cantina. Lo studio si compone di sala regia e sala ripresa isolate sia tra loro che rispetto all’esterno.
I due ambienti, sono disaccoppiati a tutti i livelli ( pavimento e pareti) cosi da impedire anche la minima trasmissione di vibrazioni e inoltre, tutta la cablatura audio/ luce è stata progettata in modo da evitare ponti acustici. Importanti correzioni acustiche sono state effettuate grazie all’installazione (a parete ed a soffitto) di una serie di assorbitori per il trattamento delle frequenze basse e medio/alte. Per avere un ascolto flat, è stato progettato un Soffit Mount in cui i monitor vengono inseriti ed un Cloud (installato a soffitto sospeso ad inclinazione variabile). Per non avere frequenze spurie all’interno dell’ambiente regia, si è effettuata la strombatura delle pareti ovvero l’annullamento di pareti parallele.
Le aperture dello studio sono progettate e realizzate secondo elevati standard di taglio acustico. Due porte (interna ed esterna) ed una finesta. Quest’ultima costituita da un buco realizzato nel muro in pietra della sala ripresa che per scelta non è stato rifinito lasciando visibile così la pietra viva. Il buco viene chiuso da una finestra scorrevole leggermente più grande a mo’ di quadro.
Il lavoro parte dalla materia prima, l’uva, ovvero le idee dell’artista. Si inizia dalle riprese che procedono strumento per strumento utilizzando una serie di microfoni di riferimento. Tramite una cablatura audio di ottima qualità, il segnale arriva a dei preamplificatori e compressori dedicati (outboard) così da ottenere la giusta ampiezza, il miglior rapporto segnale/rumore e di conseguenza un suono asciutto e reale. Siamo pronti ad entrare nel cuore dello studio: un desktop opportunamente assemblato, collegato ad una scheda sonora M-audio con vari in/out, sistema operativo Linux (Xubuntu 14.04 lts) e programmi della suite Ubuntu Studio Audio. L’uso contemporaneo e sapiente di questi programmi ci permette di effettuare con disinvoltura Riprese, Editing, Missaggio ed eventuale Mastering. Le operazioni vengono gestite utilizzando una superficie di controllo progettata ad hoc in modo da ottenere un controllo diretto e immediato di ciascun parametro.

Per saperne di più visita il nostro sito web cliccando sul link

lunedì 25 luglio 2016

Mixaggio creativo sulle Batterie

Ho preso in esame 3 brani di diversi periodi musicali in cui l'utilizzo di Equalizzatori e di Effetti è stato usato in modo estremamente creativo sulle Batterie. Eccovi i 3 brani, vi invito a commentare e a segnalare altri brani così da poterci confrontare ed ascoltare nuove cose, buon ascolto...!

Hello - Adele (2015)

Nel brano di Adele, c'è una prima parte in cui il Rullante è molto chiuso tanto da sembrare un Timpano da orchestra, questo espediente permette poi di creare un'apertura del brano quando allo stesso Rullante viene dato il suo vero suono. Il brano è molto intimo e così facendo si è scelto di dare risalto alla grande vocalità di Adele, poi dopo il secondo ritornello il brano acquista potenza e groove con l'entrata di questo Rullante. Ottimo davvero l'effetto, produzione di alto livello direi.

Walking on the moon – Police (1979)

Sul Charleston di Walking on the moon dei Police un Delay Stereo trasforma continuamente il beat del pezzo, che si presta molto a questi giochi visto la semplicità della linea di Basso. L'espediente caratterizza tutto il famoso brano, esempio di come si può trasformare una semplice melodia in una composizione interessante e commerciale allo stesso tempo.

Kashmir – Led Zeppelin (1975)

In Kashmir brano degli incredibili Led Zeppelin, sulla Batteria è stato messo un Phaser creando così una sorta di apertura e chiusura del sound che forse sfugge a molti ascoltatori. L'effetto si può invece ascoltare chiaramente nel finale del pezzo dove l'effetto stesso viene esasperato. Non sappiamo effettivamente su quali microfoni sia stato usato l'effetto Phaser, io credo che di sicuro sia stato usato sui Microfoni Panoramici, voi che ne pensate? Avete altre informazioni a riguardo?

lunedì 11 luglio 2016

La Lira Calabrese uno strumento difficile ma comunque molto affascinante

Molti di voi avranno incontrato sul loro cammino questo strumento stridulo e difficile da gestire soprattutto quando sul palco ci sono moltissimi musicisti con diversi monitor (è il caso di band di musica popolare che di solito sono molto numerose).
Io vorrei aprire una discussione su come trattare questo strumento partendo ovviamente dai microfoni da utilizzare nei concerti live, dove lo strumento ci può creare un pò di problemi soprattutto per il monitoraggio.
In ogni caso inizio io la discussione sperando di creare uno scambio di idee costruttivo che è l'obbiettivo principale di questo mio blog.

Le problematiche principali della Lira Calabrese <https://it.wikipedia.org/wiki/Lira_calabrese> sono molteplici, ma io ne voglio trattare per il momento alcuni che sono più evidenti:
- lo strumento ha un suono molto stridulo ovviamente povero di basse frequenze e pieno di armoniche medie che sono la sua caratteristica principale;
- la pressione sonora che ha lo strumento è di gran lunga inferiore a molti strumenti che spesso fanno parte di una band di musica popolare, quindi il suono catturato dal microfono che gli abbiamo piazzato, rischia di essere molto contaminato;
- questo strumento si suona da seduti e quindi spesso il monitoraggio è talmente vicino allo strumento da essere difficile da gestire;
- i suonatori di questo strumento cambiano spesso lo strumento per avere diverse accordature.

Passiamo al dunque: una delle soluzioni migliori secondo me, è l'utilizzo di microfoni a contatto tipo l'AKG C411 < http://www.akg.com/pro/p/c411group>, vi ho messo il link per avere più informazioni; ma purtroppo avendo quasi sempre più strumenti da amplificare questo tipo di microfono è più difficile da gestire perché bisognerebbe staccare ed attaccare il microfono su ogni strumento e quindi in questo caso non va bene.
Moltissimi colleghi utilizzano uno Shure SM57, forse perché è uno standard che si trova in tutti i Service, ma io vi consiglio uno Shure Beta 57a <http://www.shure.it/prodotti/microfoni/beta_57a>, ben posizionato e con monitor messo a lato in modo da evitare la coda dal diagramma supercardioide di questo microfono. Lo Shure Beta 57a in più vi offrirà maggiore guadagno ed una maggiore definizione delle frequenze medio-alte.

Cari colleghi spero di essere stato utile e spero di poter avere altri suggerimenti per migliorare sempre più tecnicamente la nostra professione, perché io ho sempre pensato che "senza condivisione la conoscenza non ha modo di esistere".... ciao a tutti e buona musica...!